Benvenuti nell'universo Rossonero!
Dove si parlerà della nostra squadra del cuore e sopratutto delle sue partite vinte e (poche) perse.

martedì 11 ottobre 2011

ECDL

Modulo 1

Modulo 2

Modulo 3 - Word
http://www.cerca-manuali.it/manuale-guida/word.htm Guida per Word
http://www.tutorialpc.it/wordmenu.asp Guida per Word
http://www.youtube.com/user/NiktorTheNat#p/c/185E09B29929BC5E 19 tutorial You Tube
http://www.tutorialpc.it/wordmenu.asp Guida di base per Word

martedì 3 maggio 2011

Tutti all'Opera!

Quando andiamo a vedere l'opera lirica  assistiamo alla rappresentazione della storia narrata dai personaggi che cantano con l'appoggio dell'orchestra.
Al momento di creare l'opera il compositore assegna ai personaggi un tipo di voce:


  • Se bisogna interpretare una ragazza innamorata quasi sicuramente la cantante sarà soprano , è la più acuta delle voci;
  • La rivale al femminile è quasi sempremezzosoprano;
  • Per i personaggi femminili più misteriosi c'è la voce più scura:contralto;
  • Se invece si parla di un giovane coraggioso c'è il tenore , la più acuta tra le voci maschili;
  • La voce più grave di tutte, il basso è attribuibile agli anziani , i re , gli eremiti;
  • Mentre ai malvagi di turno avranno ilbaritono , siccome è una voce di mezzo possiede caratteristiche ambigue , quindi potrebbe essere anche un premuroso padre di famiglia.
La maggior parte delle opere liriche iniziano con il preludio ovvero , il musicista introduce gli spettatori , a sipario ancora chiuso, il clima generale della storia.

domenica 20 marzo 2011

Musica e pubblicità

Solo una parte limitata della nostra esperienza sonora è composta da ascolti musicali che decidiamo di ascoltare; la gran parte dei suoni che quotidianamente sentiamo ci trova infatti distratti, concentrati principalmente su altre attività. Sono soprattutto i messaggi pubblicitari che accompagnano, interrompendoli, i programmi trasmessi.

Musica e cinema

I rapporti tra musica e cinema, forse per la natura stessa di entrambi i linguaggi, ,progressivi e ritmici, sono sempre stati molto stretti. Un motivo musicale, con tutte le sue possibili sfumature, riesce ad esprimere avvenimenti, sentimenti e pensieri intimi; silenzi accompagnati dalla musica rivelano gli stati d'animo di un personaggio, molto più profondamente di quanto possa mai riuscire a fare un'ora di dialogo.
La musica, linguaggio universale, in tantissimi casi ha concretamente aiutato i più diversi registi a ideare intere sequenze, ad architettare il montaggio di scene fondamentali, ad illuminare le più profonde relazioni che si nascondono tra le inquadrature. Viceversa, le immagini del cinema generano sensazioni che possono poi esprimersi pienamente solo attraverso la musica, la quale diventa a volte parte integrante della trama del film.

Suono diegetico e suono extradiegetico 
  • Per suono diegetico si intende un suono che appartiene alla vicenda del film: il dialogo fra due personaggi, il rumore della stanza in cui si trovano…
  • Per suono extradiegetico si intende invece un suono che non appartiene direttamente alla storia di un film: l’esempio più classico è quello della musica di accompagnamento.


Fonte  Fonte
In collaborazione:Piccola luna

Musica e immagini

Immagini e musica da sempre vengono usate in collaborazione per potenziarsi reciprocamente.
La musica ha sempre svolto un ruolo importante, Basti pensare al teatro greco. Si devono ricordare i musicisti nel teatro (melodrammatico , vittoriano , edoardiano) che guidavano il pubblico verso sensazioni più profonde. Come dimenticare i “gridi” dei venditori ambulanti e la nascita dei primi messaggi pubblicitari nella Parigi medioevale e nei mercati Europei fino alla Rivoluzione Francese. Con il trascorrere del tempo siamo arrivati alle prime fonti di intrattenimento pre-cinematografico come il teatro d’ombre , le elaborate immagini proiettate , il cinema muto che aveva bisogno di un accompagnamento musicale per coprire il continuo e fastidioso ronzio del proiettore che venne presto coperto con le note di un pianoforte solitario. Con l’avvento del sonoro e con l’esplosione nel nostro secolo della pubblicità radiofonica , televisiva e cinematografica , la musica ha prodotto un proprio linguaggio espressivo. Anche se piegata alle esigenze dei fotogrammi la musica è entrata ugualmente nella nostra vita.


Fonte
In collaborazione: Piccola Luna

martedì 1 marzo 2011

Post scolastico

Il videoproiettore fa ormai parte integrante del bagaglio del musicista elettronico. Negli ultimi vent’anni, in effetti, sembra essersi codificata una forma standard del concerto elettronico: i musicisti sul palco, con computer portatili, piatti, mixer o altri strumenti, e alle loro spalle uno o più schermi su cui vengono proiettate immagini modulate in tempo reale.
Da una parte questa forma agisce su un livello diffuso e massificato. È il caso dei visuals, le immagini proiettate dal cosiddetto . Dalla fine degli anni ‘80, dapprima nei circuiti più alternativi della  poi in quelli più commerciali delle discoteche, la figura del visual jockey rappresenta l’equivalente visivo del dj. Come il  mescola brani musicali, così il manipola le immagini a tempo di musica.

D’altra parte però, questo dispositivo concertistico ha funzionato e funziona anche nella variegata prateria della performance audiovisiva sperimentale, sebbene qui sia stato spesso e volentieri messo in discussione. Siamo nel territorio del cosiddetto Live Media, all’incrocio tra suono elettronico e immagine video, in stretta risonanza con un contesto più ampio di arte audiovisiva digitale che comprende installazioni, DVD, Sound Art, forme di architettura e spazializzazione sonora. I concerti audiovisivi sperimentali si svolgono soprattutto all’interno di festivals – in Italia su tutti il Netmage di Bologna e Dissonanze di Roma, attivi dal 2000 - e circuiti espositivi (tra cui anche grandi istituzioni museali, come la Tate di Londra).
Già a partire dai primi anni ‘80 alcune esposizioni internazionali hanno investigato, sotto l’ampio cappello della Visual Music, il campo secolare delle relazioni tra musica e arti visive. Tuttavia, se si focalizza l’obiettivo alla ricerca dei rapporti tra musica elettronica e arti visive, bisogna passare per la nascita della videoarte. Un filo collega le prime sperimentazioni video degli anni ‘60 e ‘70, soprattutto quelle legate alle indagini sul segnale elettronico, ad alcune delle più significative esperienze di audiovisivo digitale degli ultimi quindici anni. Questo filo porta a ripensare la storia della videoarte a partire dal suo funzionamento audiovisivo. In effetti, le definizioni di carattere “videocentrico”, come “videoarte”, “videoinstallazione”, “videoscultura”, lasciando poco spazio alla componente sonora, fanno quasi dimenticare che la videoarte è nata sotto il segno del suono e della musica elettronica, che alcuni fra i primi videoartisti (Paik e Viola, per esempio) venivano dalla musica elettronica, che i primi videosintetizzatori sono stati concepiti sul modello dei sintetizzatori audio.
Due sono i punti che mettono in stretto legame la prima fase del video con alcuni aspetti dell’audiovisivo contemporaneo.
Il primo risiede nella possibilità di manipolazione delle immagini in tempo reale: è con il video che è diventato possibile “suonare” le immagini con un certo margine di improvvisazione. Le prime televisioni astratte di Nam June Paik – all’Exposition of Music-Electronic Television di Wuppertal, 1963 - erano concepite come strumenti musicali con cui allargare radicalmente il concetto di musica indeterminata di John Cage, in contrapposizione alla musica minimalista e seriale che dominava la scena elettronica dell’epoca. Su questa linea di “rinnovamento ontologico” della musica, Paik realizzerà il celebre Tv-Cello (1971), che è la concretizzazione letterale della sua concezione musicale dell’immagine elettronica: tre monitors di diverse dimensioni sostituiscono la cassa del violoncello. Percuotendo le corde del violoncello la performer Charlotte Moorman può “suonare” e alterare le immagini degli schermi.